Ai tempi in cui Bhagavan viveva nella grotta di Virupaksha, un branco di scimmie era solito fargli visita e sedersi all’ombra di un grande albero di fronte alla caverna. Si allisciavano, a vicenda, per ore, al suo cospetto, altre volte, invece, gli si sedevano davanti senza muoversi, assorbite nel silenzio, come se fossero in profonda meditazione.
Spesso Bhagavan interagiva allegramente con le sue amate compagne e in talune occasioni perfino le prendeva in giro.
Una volta, si avvicinò un branco di scimmie e si sedettero in silenzio e tranquillità di fronte a Bhagavan, come se stessero meditando.
Bhagavan gioiva di quello spettacolo e ammirava la loro concentrazione, tuttavia non poté mancare l’occasione di prendersi gioco di loro.
Così esclamò con tono provocatorio:
“Hei! Siete sedute in samadhi davanti a me?
Molto bene!
Fatemi vedere ora quanto tempo siete capaci di rimanere così?”.
Non appena finì di parlare, una scimmia cominciò a dimenarsi ed aprì gli occhi, non riuscendo più a stare seduta.
Bhagavan la guardò e disse:
“Hei tu, amica!
Dove stai andando?
Quale regno hai da conquistare?
Siediti quieta.
Fammi vedere!”.
Alle parole di Bhagavan, la scimmia divenne silenziosa e cadde in uno stato di pace assoluta.
Si sedette e tornò di nuovo in profondo assorbimento,
senza più nemmeno il minimo movimento!