Storie di Bhagavan Sri Ramana Maharshi
“La contesa per stare seduti sulle ginocchia di Bhagavan.”
Ai tempi in cui Bhagavan era solito ritirarsi su Arunachala, accadde il seguente episodio:
Egli amava i bambini, ammaliato dalla loro innocenza e affascinato dalla più totale assenza di ipocrisia nelle loro menti. La figlia di Kavyakanta Ganapathi Muni, chiamata Vajreswari, che aveva quattro anni, era un’assidua devota di Bhagavan, nonché una rinomata studiosa di sanscrito. Aveva l’abitudine di comportarsi liberamente con Bhagavan e di insistere a sedersi sulle sue ginocchia ogni volta che andava a trovarlo. Bhagavan da parte sua la invitava spesso a stargli accanto, mostrandole tutto il suo affetto con dolci parole, mentre le permetteva di sedersi su di lui.
Una volta Vajreswari venne allo Skandasramam e come di consueto salì in grembo a Bhagavan. Mentre quest’ultimo la teneva e le parlava teneramente, una giovane scimmia avanzò verso di loro. La scimmia sembrava quasi gelosa di Vajreswari, a tal punto che la spinse lontana da Bhagavan e prese il suo posto. Vajreswari, di contro, iniziò a piangere e a supplicare: “Manda via questa scimmia, Bhagavan, voglio sedermi io sulle tue ginocchia”. A sua volta, la scimmietta non sembrava affatto disposta a rinunciare a quel posto così privilegiato e continuò a sedersi in grembo a Bhagavan.
La lotta tra i due pretendenti divertì Bhagavan che però allo stesso tempo voleva accontentare entrambi. Così si rivolse prima alla scimmia ed esclamò: “Guarda, Vajreswari è tua sorella. Non è forse così? Lascia che anche lei si sieda qui assieme a te. Lasciale un po’ di spazio”. Poi aggiunse, guardando Vajreswari che gli stava accanto: “Non è forse tuo fratello anche lui? Forza su, venite entrambi su di me”.
Alla fine, sia la bambina che la scimmia salirono sulle ginocchia di Bhagavan, pienamente soddisfatti e felici l’uno della compagnia dell’altro. Non è forse questa una dimostrazione pratica del grande amore che Bhagavan nutriva per tutti gli esseri, a prescindere dalle loro forme?