Un giorno il Buddha stava camminando lungo una strada polverosa con un caro devoto, Ananda, quando il suo sguardo si posò, a terra, su un pezzo di corda.
Rivolgendosi ad Ananda, gli chiese di raccoglierlo.
Quest’ultimo, si chinò senza esitare e tenendolo tra le dita, percepì subito un intenso odore di pesce che proveniva dalla corda.
Il Buddha, nella sua luminosa beatitudine, disse:
“Senti qualche odore, Ananda?”.
“Sì, Maestro. Un forte odore di pesce”.
“Pensi che in origine, questa corda emanasse un tale odore?”.
“No, Maestro, solo dopo essere stata a contatto col pesce, la corda ha trattenuto questo odore”.
Il Buddha rimase silente.
Dopo aver ripreso il cammino videro, sulla strada, un piccolo pezzo di carta.
“Ananda, prendilo e dimmi di cosa si tratta”.
Il devoto, prontamente, si chinò e lo raccolse.
E il Buddha tornò a chiedere: “Senti qualche odore?”.
“Maestro, questo piccolo pezzo di carta emana un profumo soave, sicuramente di incenso,” rispose Ananda.
“Pensi che in origine questo pezzo di carta profumasse in modo così gradevole?”.
“No, Maestro, ha trattenuto questa fragranza perché, di certo, un tempo venne usato per avvolgere dell’incenso”.
Il Buddha, posò su di lui un intenso sguardo, ed annuì.
“Ora sai che, in questo mondo, ogni cosa con cui ti associ ti lascia un sapore, un odore, un’impressione nella mente.
Coltiva una mente che non trattiene nulla, rivolta verso il Supremo e presta ben attenzione alle compagnie.
Profondamente toccato da quelle parole, Ananda, colmo di gratitudine, giunse le mani e, con devozione, si inchinò di fronte al suo Maestro.
Neeraja