Felice e sereno Settembre

Poesia di
Jalâl al-Dîn Rûmî

Mio Dio, chi è costui
che ci attira a sé
con la trappola del silenzio e dell’estasi?

Chi è costui che ci afferra
e ci trascina per il collare dell’Anima,
trasformandoci
da coloro che sono pieni di sé
in coloro che sono ebbri e fuori di sé?

O tu che ci tiri per le orecchie,
scardina la nostra mente
e il nostro intelletto!
O coppiere della nostra mente,
dai pace a colui
la cui mente non è nella testa.

Tu ci attiri senza mani,
ci uccidi senza spade.
I tuoi occhi uccidono gli Amanti,
noi siamo discepoli dei tuoi occhi.

O spada del tempo,
deponi il fodero nello spazio.
Immergiti nel mare come un pesce,
nuota nel mare infinito dei significati.
Non desiderare l’unione dei corpi.
Cerca l’Unione più vicina di ogni vicinanza.

Se nemmeno l’uomo
vuole numerosi padroni,
come potrebbe Dio,
nella sua provvidenza,
volerne un secondo?

Esiste un Amante che desidera due Amanti?
Scegli l’Amore che ti libera da tutte le prigioni.

L’Amore è la luce della mia Anima,
il vino del mio mattino.
L’Amore è una speranza
che include tutte le speranze.

Sai cos’è l’Amore?
È abbandonare l’io,
il noi e tutte le pretese di esistenza.
È annullare desideri e aspirazioni
nel creatore della bellezza.

Il mio Cuore ti desidera sempre di più:
o mio Dio,
non fermare questo desiderio.
Perdonando i miei difetti,
alimenti sempre di più il mio fuoco.

Ci strapperà dalle radici come giovani alberi.
Ma non temere seguilo come la sua ombra,
corrigli davanti e alle spalle.

Amico, non fuggire, resisti.
Se hai un Cuore di marmo,
prima ti spezza poi
ti prende tra le sue braccia.

estratto dal libro Dîvan
ed. Psiche