Gate gate pāragate pārasaṃgate bodhi svāhā
“Andato, andato, andato al di là, totalmente andato al di là. Illuminazione!
…Arrivi all’altra sponda, poi vai oltre l’altra sponda, poi vai oltre l’oltre. Mentre stai andando verso l’altra sponda sei ancora nella dualità, ancora nella mente. Contempli la tua direzione, la tua destinazione, ma per farla finita con la mente devi andare ‘oltre l’oltre’, al di là del luogo che puoi rappresentarti nella mente.
C’è un’altra parola usata per connotare questo momento, la situazione in cui la mente se n’è andata.
È l’esclamazione swaha! che segue alla scomparsa della mente nell’oltre privo di forma….
È l’ultima affermazione della mente quando scompare, oppure l’esclamazione che si fa quando la mente se n’è andata del tutto. Non ha un significato preciso. La mente non può afferrare o descrivere questo stato, perciò la parola che proviene da quel luogo non può avere un significato afferrabile dalla mente.
Al risveglio avviene questa esclamazione. A che cosa potremmo afferrarci in quel luogo? Chi o che cosa potrebbe afferrare la saggezza, l’illuminazione, l’emancipazione, la libertà di quel luogo? Anche questa parola è inutile. Là, tutto è finito.
Samsara e nirvana sono finiti, perché esistono solo in relazione reciproca.
La mente finisce, la manifestazione finisce, il creatore finisce, la creazione finisce. Colui che dimorava all’interno è completamente svanito. È la totale liberazione dalla mente, dal ciclo senza fine di nascita, morte e manifestazione.
Avviene in un istante.
Papaji